Ti Amo Peggy Sue! at Folsom Prison Johnny Cash Tribute

 

 

Ti Amo Peggy Sue! At Folsom Prison è un ambizioso progetto in cui i Ti Amo Peggy Sue!, abbandonano per poco meno di due ore la loro veste di rockabilly band, celebrando il loro tributo a Johnny Cash. I Ti Amo Peggy Sue! ripercorrono nella sua totalità lo storico concerto che Johnny Cash tenne il 13 Gennaio del 1968 nel carcere di Folsom, cercando di ricrearne l’energia, l’alchimia e la complicità che quel giorno unì Cash ai suoi insoliti ascoltatori. Per l’occasione, il gruppo nel suo classico quartetto, ha il piacere di accogliere sul palco la splendida voce di Monica Dente nei panni di June Carter:

Giovanni Gambardella voce e chitarra acustica
Monica Dente voce
Paolo Ballone chitarra elettrica
Claudio Contri batteria
Andrea Moretti basso

 

 
 

 

Il 13 Gennaio 1968, Johnny Cash entra nel carcere di massima sicurezza di Folsom in California e contro la volontà della sua casa discografica, si esibisce in una delle più autentiche e intense interpretazioni della sua carriera, di fronte ai detenuti del penitenziario. Le registrazioni di quel concerto furono pubblicate nel disco Johnny Cash At Folsom Prison, primo clamoroso successo discografico tratto da un concerto live, di tutti i tempi.

"Tra le mura della prigione di Folsom, mi trovavo nel mio ambiente naturale, come uno scarafaggio nella stanza di un motel. Mi ha sempre fatto ridere il fatto che a fare crescere la mia credibilità d'artista, al punto tale che la ABC abbia pensato di propormi di condurre uno show settimanale in televisione, sia stato quel concerto in cui io e i prigionieri ci siamo trovati uno accanto all'altro, outsider, ribelli e fuorilegge" - Johnny Cash.

 

 
 

 

Quello che varca i cancelli del carcere di Folsom, è un Johnny Cash trentaseienne con già molta polvere sulle scarpe. 
Alla Sun Records di Sam Phillips, ha scritto pagine memorabili di storia della musica, ha iniziato a girare con il suo show, che sarebbe poi diventato un fenomeno televisivo, ha vissuto storie di anfetamine, tranquillanti, separazioni, gravi perdite, overdose sfiorate e arresti.

Di fronte ai quasi duemila detenuti presenti quel giorno a Folsom, non c'era solo un artista pronto a proporre il proprio repertorio di canzoni, ma una persona tormentata che parlava ad altre persone come lui. La scaletta del concerto non contiene i pezzi forti del repertorio di Cash, ma canzoni che raccontano storie che riguardano da vicino i detenuti. Ballate di solitudine e di morte, storie di tentativi di suicidio e di evasione, testamenti e struggenti lettere dal carcere.